Quali sono le opzioni per il futuro dello stadio di San Siro?
La prospettiva del sindaco Sala e le opzioni per il futuro dello stadio di San Siro
Il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, ha condiviso la propria visione per il destino sul futuro dello stadio di San Siro, promuovendo un progetto di ristrutturazione che punti a modernizzare lo storico stadio, preservandone il suo valore culturale e storico, garantendo al contempo la sua idoneità per ospitare eventi di risonanza internazionale.
Si profila una ripresa del dibattito sulla ristrutturazione di San Siro; tuttavia, le due squadre milanesi stanno già elaborando un piano alternativo
Le società Milan e Inter mantengono la propria fede nell’edificazione di un nuovo rispettivo impianto sportivo, pur lasciando aperta la porta per un futuro coinvolgimento con San Siro. Con il via libera da parte di Beppe Sala, sindaco di Milano, reso noto nei giorni scorsi, si procederà con una dettagliata analisi del piano di fattibilità proposto dal grande gruppo edilizio Webuild per la ristrutturazione di San Siro. Tuttavia, nel comunicato emesso dall’Amministrazione Comunale emergono limitazioni specifiche imposte dalle squadre, senza la cui accettazione l’ipotesi di restyling risulterebbe improponibile.
Le società definiranno linee guida finalizzate a un potenziale aggiornamento dell’impianto, con l’obiettivo di ottenere uno stadio più moderno e funzionale, includendo un incremento dei posti a sedere per gli spazi esclusivi, bar e servizi adeguati. Inoltre, si sottolinea l’importanza di preservare la capacità di accoglienza durante i lavori, garantendo che i cantieri siano compatibili con il calendario delle partite, eventi sportivi e concerti al fine di evitare impatti economici negativi. Cosa molto difficile da realizzare, ma non impossibile.
Parallelamente, il progetto dovrà considerare le implicazioni urbanistiche nell’area circostante San Siro, in particolar modo per quanto riguarda la sua riqualificazione e le potenzialità di offerte commerciali e locali. Un requisito vincolante, ancora da definire, consiste nell’imposizione che lo stadio di San Siro dovrà diventare di proprietà delle squadre. Tale richiesta nasce dalla necessità delle società di garantirsi l’opportunità di includere lo stadio e le aree circostanti (parcheggi, spazi verdi) come attività patrimoniali nel caso di rinegoziazioni debitorie o vendite.
Negli ambienti interni dell’Inter emergono considerazioni incerte riguardo ai tempi di inizio dei lavori, che dovrebbero sfruttare principalmente la stagione estiva, considerando che sono già pianificati 19 concerti per quest’anno e che la programmazione si estende fino al 2025 con l’occhio alla cerimonia olimpica fissata per il 6 febbraio 2026, accennando a possibili interruzioni temporanee nei lavori. La coabitazione forzata tra campionato e lavori di costruzione, con un afflusso di oltre 70.000 persone, presenta ulteriori complessità. Nel Milan, al contrario, prevale un atteggiamento di ascolto e attesa in merito agli esiti del piano proposto dal sindaco, considerato l’ultimo tentativo per salvaguardare il Meazza.
Le società Milan e Inter stanno esaminando la possibilità di costruire nuovi stadi di proprietà, aderendo alle recenti tendenze internazionali, principalmente provenienti dal Regno Unito, proponendo una radicale ridefinizione della gestione e della proprietà delle infrastrutture sportive cittadine.
Tra tradizione e innovazione: un equilibrio per la “Scala del Calcio” è possibile?
Nel contesto attuale, si pone al centro della riflessione la ricerca di un armonioso compromesso tra la salvaguardia del ricco retaggio storico e le necessità inderogabili di rinnovamento. La possibilità di riqualificare San Siro potrebbe rivelarsi l’opzione più idonea, onorando il passato glorioso dello stadio e assicurandogli un ruolo vitale nel panorama sportivo e culturale contemporaneo. Tale iniziativa, tuttavia, richiederà notevoli investimenti e una prospettiva di lungo raggio. Sarà in grado questa amministrazione di portare a compimento l’opera? E che cosa potrebbe accadere qualora dovesse cambiare il timone dell’amministrazione comunale alla scadenza del mandato? Verrà rimesso tutto in discussione? E lo stadio di San Siro diventerà argomento di campagna elettorale, sia al livello cittadino milanese che metropolitano, considerati anche gli altri comuni dove dovrebbero sorgere gli impianti di proprietà delle due squadre di calcio?
Come si vede gli interrogativi posti sono tutt’altro che pochi e di facile soluzione. Il dibattito, ancora in fase embrionale, oscilla tra le varie opzioni, senza raggiungere una conclusione definitiva per quanto concerne il destino di San Siro. Tale dibattito riverbera una questione più ampia che riguarda la sfida della conservazione dei simboli storici nell’era moderna. La scelta che si compirà in merito al futuro di San Siro condizionerà non solo il mondo dello sport, ma andrà a toccare anche le questioni legate all’identità, al patrimonio e allo sviluppo urbano, determinando di conseguenza il destino di Milano come città capace di conciliare rispetto per il passato con le politiche di innovazione e trasformazione.
Una nuova vita per lo stadio San Siro di Milano: ecco il progetto di riqualificazione e valorizzazione della “Scala del Calcio”
Il futuro dello stadio di San Siro è legato a una complessa trattativa che vede implicati il Comune di Milano, proprietario dell’impianto, e i due principali affittuari e utilizzatori, che com’è noto, sono le due squadre di calcio del Milan e dell’Inter. Sono inoltre coinvolte la società edilizia quotata in Borsa Webuild e altre entità minori e di contorno. Continua inoltre la contrapposizione tra le diverse “fazioni” pro e contro la demolizione del Meazza. Per il momento l’unica certezza è che sarà la Scala del Calcio a ospitare la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026.
Progetto di riqualificazione dello stadio San Siro
Secondo quanto si apprende da fonti qualificate il Meazza potrebbe tornare in “forma smagliante” con interventi mirati senza alcuno stop al campionato di calcio. Il progetto prevede:
- Restyling del terzo anello e galleria panoramica
- Copertura mobile e conservazione del giardino Maldini Facchetti
- Nessun impatto sul campionato
Restyling del terzo anello e galleria panoramica
Il rifacimento del terzo anello mira a ridurre i costi e l’impatto ambientale. Si prevede di destinare il terzo anello a servizi fruibili e vivibili per tutta la settimana, con una vista panoramica sulla città. Inoltre, si propone la realizzazione di una nuova galleria panoramica sulla città.
Copertura mobile e conservazione del giardino Maldini Facchetti
Si valuta l’installazione di una copertura mobile integrativa e un sistema di sottopavimentazione del prato per attività ed eventi extracalcistici. Il progetto non prevede consumo del suolo ma la riqualificazione delle aree pubbliche già cementate.
L’impatto sul campionato di calcio di Serie A e sulle partite di Champions
La riqualificazione non influirebbe sul campionato e Champions League. Questi sono gli accordi che il sindaco Sala ha preso con i due club milanesi. Gli interventi potrebbero essere eseguiti senza interrompere le attività sportive delle squadre, garantendo le prestazioni statiche dello stadio.
Tempistiche dei lavori allo stadio di San Siro
I lavori potrebbero durare circa 2 anni e mezzo – 3 anni, con una sequenza concordata degli interventi per massima sicurezza. Il progetto potrebbe prendere avvio nel 2023 e terminare nel 2025, in tempo per la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi Invernali 2026.
La riqualificazione dello Stadio San Siro potrebbe portare a una trasformazione significativa della struttura, offrendo nuove opportunità e servizi per la comunità e gli appassionati di calcio.
San Siro: rivisitazione del progetto di ristrutturazione dello stadio Meazza
La società edilizia Webuild, incaricata, procederà alla redazione del concept per il rinnovamento di San Siro entro un arco temporale di tre mesi, monitorando attentamente le direttive impartite dalle due squadre cittadine, Milan e Inter. Secondo Scaroni, presidente del Milan, “La possibilità di realizzare il progetto a San Donato Milanese è ancora l’opzione primaria”.
L’opera di un nuovo stadio potenziale a Milano si configura come una sorta di gioco dell’oca. Dopo un susseguirsi di annosi dibattiti presso Palazzo Marino su proposte di nuove infrastrutture, alternative a San Siro, e transazioni di terreni estranei al cuore della metropoli, ci si trova ora a valutare un’analisi di fattibilità che andava fatta anni addietro e che prefigura la ristrutturazione dello stadio Meazza, una struttura difesa fervidamente da una fetta della comunità cittadina e sottoposta a vincoli da parte della Sovrintendenza dei Beni architettonici (con riferimento al secondo anello).
Ad approfondire e supervisionare l’iter di fattibilità per la rivisitazione di San Siro è stata un’importante conferenza svoltasi a Palazzo Marino tra il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’amministratore delegato dell’Inter, Alessandro Antonello, e il presidente del Milan, Paolo Scaroni. Il Comune di Milano ha diramato un comunicato ufficiale in cui si sottolinea l’accettazione di una serie di passi concordati. L’impresa edile Webuild, gestirà la realizzazione dello studio entro tre mesi. Parallelamente, le due squadre forniranno le direttive fondamentali per la ristrutturazione proposta, il cui obiettivo è la realizzazione di uno stadio più efficiente e all’avanguardia.
I rappresentanti delle società calcistiche hanno ribadito con fermezza la necessità imperativa di garantire la continuità della capacità dello stadio durante i lavori di ristrutturazione. Gli interventi dovranno essere attentamente pianificati in modo da non interferire con il calendario delle partite, degli eventi sportivi e delle attività di intrattenimento, al fine di evitare conseguenze economiche negative e garantire un’esperienza coinvolgente, sicura e confortevole per tutti gli spettatori. È essenziale tenere in considerazione anche i possibili sviluppi urbanistici nell’area di San Siro, specialmente in relazione al suo riassetto urbano. Tuttavia, il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha enfatizzato che per i rossoneri “la priorità resta il progetto di San Donato Milanese”.
La questione cruciale riguardante la proprietà di San Siro è determinante e deve essere definita a favore delle squadre calcistiche. Attualmente, lo stadio è di proprietà comunale e le squadre pagano un affitto annuale compreso tra gli 8 e i 10 milioni di euro, parte dei quali destinati alla manutenzione. In futuro, questa situazione dovrebbe evolversi, considerando che una ristrutturazione di tale portata dovrà tener conto delle direttive e dei vincoli urbanistici imposti dal Comune.
Si è iniziato a discutere circa 5 anni fa della possibilità di costruire una nuova struttura nell’area di San Siro, con un investimento previsto da parte del Milan di 600 milioni di euro. Nonostante la presentazione del progetto proposto dalla società calcistica (la “Cattedrale”), è emerso sin da subito un’opposizione significativa all’intervento da parte di una parte della città. Il consiglio comunale ha imposto limitazioni alla costruzione, conformemente al Piano di Governo del Territorio, e ha richiesto lo sviluppo di aree verdi. Tuttavia, durante l’ultimo voto relativo a un aggiornamento del progetto nel dicembre 2022 – in linea con i nuovi parametri stabiliti da Palazzo Marino per una maggiore tutela dell’ambiente e per uno stadio inclusivo con almeno 70.000 posti a sedere -, si sono registrati solamente 23 voti favorevoli, qualche astenuto, e una netta divisione all’interno della maggioranza, con un aumento dei voti provenienti dall’opposizione di centrodestra. Si è trattato di un sostegno molto incerto e rischioso.
Un anno fa, il Milan ha tentato di esplorare la possibilità di una nuova costruzione sui terreni di La Maura, un’area verde non edificata nella parte nord-ovest di Milano. Tuttavia, in questo caso, l’opposizione da parte degli ambientalisti è stata estremamente rigida.
Recentemente, il Milan ha siglato un accordo di programma con il Comune di San Donato Milanese per definire i dettagli relativi a un nuovo stadio entro i prossimi diciotto mesi. La struttura dovrebbe avere una capacità di 70.000 posti e includere quattro edifici, tra cui la sede del Milan e un hotel. Il procedimento burocratico relativo a questo progetto prosegue, e a breve è previsto un incontro tra i vertici comunali e Paolo Scaroni. Nonostante ciò, a Milano molti scommettono che alla fine si opterà per una riqualificazione di San Siro, condivisa dalle due squadre, considerata una soluzione più economica e soprattutto più gradita ai cittadini milanesi.
E tu che cosa ne pensi di questa diatriba in atto a Milano? Sei a favore della ristrutturazione di San Siro o preferiresti vedere le due squadre milanesi giocare ognuna in uno stadio esclusivo e proprietario?
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